Tutti gli organismi
viventi, piante o animali, hanno bisogno, per vivere e riprodursi, di un
ambiente adatto. Bisognerà quindi, prima di cimentarsi nella coltivazione di
piante di qualunque genere, vedere quali condizioni possiamo offrirgli e
scegliere le piante che meglio si adattano ad esse.
I fattori di
cui dobbiamo tenere conto sono: l’aria, la luce, l’acqua e il calore.
Partendo dal
presupposto che per quel che concerne la composizione chimica e fisica del terreno
possiamo facilmente agire per modificarla, andiamo a vedere l’incidenza degli
altri elementi.
ARIA
Come tutti
gli organismi viventi anche le piante utilizzano l'aria per sopravvivere. Per
le succulente (così come per le altre piante) assumono vitale importanza
l’ossigeno (per la respirazione) e l’anidride carbonica (per il processo di
fotosintesi). L'unica differenza per quanto concerne l'impiego di questi gas, è
dovuta al periodo di assimilazione. Mentre per tutte le altre piante l'assimilazione
dell'anidride carbonica ed il processo di fotosintesi avvengono di giorno, al
contrario, per le succulente il processo di assimilazione avviene di notte e la
fotosintesi di giorno.
Le piante
grasse vanno tenute in luoghi in cui vi è una costante circolazione dell’aria.
La loro collocazione in luoghi poco areati favorisce lo sviluppo di funghi.
LUCE E CALORE
Quando le
piante si trovano esposte alla luce, i tessuti contenenti la clorofilla e
l'anidride carbonica danno luogo ad un processo chiamato fotosintesi clorofilliana,
che producendo zuccheri ed amidi garantiscono la crescita della pianta.
La luce, inoltre, determina la direzione di crescita delle piante ed assicura la germinazione dei semi, lo sviluppo dei fiori e la crescita vegetativa.
Senza la luce la pianta eziola nel disperato tentativo di raggiungere la luce, perde colore e finisce col morire.
La luce, inoltre, determina la direzione di crescita delle piante ed assicura la germinazione dei semi, lo sviluppo dei fiori e la crescita vegetativa.
Senza la luce la pianta eziola nel disperato tentativo di raggiungere la luce, perde colore e finisce col morire.
Un ottimo
accorgimento è quello di esporre le piante a Sud (maggior tempo di
esposizione), su di un balcone o terrazza. Tuttavia se le esposizioni non
avvengono in maniera graduale potrebbero generarsi vistose bruciature e, nei
casi più gravi la morte della pianta stessa.
Sarà l’esperienza acquisita osservando nel tempo la crescita delle nostre piante, ad insegnarci quali piante preferiscono stare protette in una serra, quali all'esterno, quali esposte completamente al sole oppure ombreggiate.
Sarà l’esperienza acquisita osservando nel tempo la crescita delle nostre piante, ad insegnarci quali piante preferiscono stare protette in una serra, quali all'esterno, quali esposte completamente al sole oppure ombreggiate.
Per
poter garantire una crescita proporzionata delle nostre piante, impedendo che queste
assumano forme strane, è necessario, di tanto in tanto, ruotarle per garantire
un'esposizione omogenea di ogni parte della pianta. Tutti coloro che hanno
intenzione di coltivare piante grasse devono, come prima cosa, conoscere
l'ambiente di crescita di queste piante, se hanno bisogno di luce intensa, di
un'esposizione diretta o di luoghi ombreggiati, della composizione chimica del
terreno.
ACQUA
la maggior
parte delle piante muore per eccessi nelle annaffiature ed è impossibile
stabilire
una regola fissa per determinarne la quantità e la periodicità. Numerosi fattori quali il tipo di vaso, il terriccio usato, la temperatura, il periodo dell'anno e la posizione della pianta contribuiscono a determinare frequenza e quantità d'acqua delle annaffiature.
una regola fissa per determinarne la quantità e la periodicità. Numerosi fattori quali il tipo di vaso, il terriccio usato, la temperatura, il periodo dell'anno e la posizione della pianta contribuiscono a determinare frequenza e quantità d'acqua delle annaffiature.
Nelle piante
grasse l’acqua può arrivare a costituire anche il 90% del peso della pianta.
Per la
maggior parte delle succulente in primavera e all'inizio dell'estate la ripresa
vegetativa, facendo crescere la nostra pianta, richiederà molta acqua. Durante
l'inverno, l'arresto vegetativo dovuto alla mancanza di luce e calore porterà
ad una sospensione delle annaffiature.
La mancanza
d'acqua provoca un avvizzimento della pianta che può essere, temporaneo ad un
primo livello e permanente se la mancanza d'acqua si prolunga.
Lo stato di
avvizzimento permette a moltissime specie di superare, indenni, lunghi periodi
di siccità (moltissimi mesi), mentre una flebile pioggia assicura una ripresa
rapida dello stato normale (in alcuni casi una forte umidità permette alla
pianta di sopravvivere e di recuperare, per condensa, l'acqua sufficiente alla
sua vita).
Un caso
particolare di adattamento a prolungati periodi di siccità, si può osservare,
nella Lophophora Williamsii che, nei periodi secchi, avvizzisce a tal punto da
interrarsi completamente per poi riprendere la sua forma normale.
In serra si
può cominciare ad annaffiare alla fine di Febbraio o ai primi di marzo, quando
le piante accennano una ripresa vegetativa caratterizzata dalla comparsa,
all'apice, di nuovo tessuto o dai colori vivaci delle nuove spine, il cui
sviluppo, in autunno, si era interrotto.
In principio
si annaffia ogni 10-15 giorni, poi si aumenta la frequenza e in Maggio (e anche
a fine Aprile se fa caldo) si arriva ad annaffiare ogni volta che la terra, in
superficie, è asciutta. In estate per piante grasse a dimora in vasi piccoli e
poco profondi (circa 10 cm) può capitare di annaffiare anche una volta al
giorno. Per piante molto sensibili e soggette ad attacchi funginei sarà
l'esperienza ad insegnarci di quanto diradare le annaffiature.
Bisogna
bagnare uniformemente il terriccio tutto intorno alla pianta fino a quando un
pò d'acqua fuoriesce dai fori di drenaggio. Seguendo questa modalità, le radici
crescono uniformemente e non verso l'alto come nei casi in cui si bagna appena
la superficie. Lo scorrere dell'acqua attraverso tutto il substrato fino ai
fori di drenaggio favorisce, inoltre, il ricambio d'aria nel terreno e
contribuisce a smaltire quei sali minerali in eccesso che si accumulano nel
terreno a causa delle concimazioni e della durezza dell'acqua stessa. Il
fabbisogno d'acqua di una pianta grassa varia anche in relazione alla sua età:
nei semenzai, infatti, le giovani piantine vanno mantenute sempre in un
substrato umido per i primi mesi. Si può lasciar asciugare il substrato, tra
un'annaffiatura e l'altra, quando le piantine si sono irrobustite ed hanno
emesso le prime spine o foglioline.
E' opportuno
osservare, durante le fasi dell'annaffiatura, delle piccole precauzioni:
Bagnare con
precauzione le piante a cuticola ricoperta di cera poiché l'acqua asporta la
cera e la pianta perde una gran parte della sua caratteristiche e della sua
bellezza.
Non bagnare
i fiori che si vogliono usare per l'impollinazione o che sono stati impollinati
da poco. In natura la pianta "ha imparato" a chiuderli quando il
tempo minaccia pioggia: non li può difendere dai nostri acquazzoni senza
preavviso.
E'
preferibile fare delle annaffiature abbondanti e piuttosto rade che scarse e
troppo fitte; queste ultime non lasciano asciugare la terra fra l'una e
l'altra.
Nel dubbio è
meglio scarseggiare che abbondare nella frequenza delle annaffiature in quanto
le piante sopportano lunghi periodi di asciutta. Un riferimento particolare va
rivolto alle caratteristiche dell'acqua; preferibilmente va usata acqua
piovana, preventivamente raccolta. In mancanza, acqua di rubinetto dopo averla
lasciata a riposare per far depositare il calcare.
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